Un omaggio al suono, il “rimosso” del Cinema.
Il rimorso del Cinema.
Racconti sonori: Scatole che parlano
Questa è una prima serie di scatole che parlano; non è una leggenda indiana: è tutto vero. Ogni scatola misura centimetri 50x25x30 ed ha una illuminazione propria.
La giornata trascorre tranquilla ma in realtà lei era già molto lontana. L’erba è ricresciuta normalmente ed anche le case sullo sfondo sembrano intatte.
Nonostante questo, tutti gli abitanti hanno abbandonato la città.
Le 4 scatole non sono esattamente uguali, ogni scenetta comprende: Pinocchio o altri personaggi delle favole, soldatini, pedine degli scacchi, medicinali.
Un uomo mi mostra un’immagine e mi chiede se riconosco mio padre. L’uomo nella fotografia è proprio quell’uomo. Non somiglia affatto a mio padre, nonostante ciò io rispondo che sì, riconosco mio padre.
Le scatole si possono conservare in posti lontani tra loro ma quando ne prendiamo una in mano bisogna chiudere gli occhi.
Nel dormiveglia, quando ho guardato dentro, l’albero aveva preso fuoco, la strada Era tutta deformata e la donna rideva.
Villa Pacini, Catania, domenica 19 marzo
Le 2 registrazioni che seguono raffigurano il paesaggio Sonoro estremamente ricco e dinamico di Villa Pacini (anche nota come “villa degli sbadigli” per via della ricca componente di anziani catanesi) nel corso di una domenica mattina. Ho cercato di gestire questa composizione di suoni muovendomi tra:
- voci e chitarra acustica dei predicatori cristiani (tutto con amplificazione)
- almeno 2 impianti audio degli stand del mercatino
- il suono fragoroso della fontana centrale
- tutto il resto (compreso un treno che ad un certo punto è passato sulla linea degli archi)
Ho utilizzato le cuffie/microfono binaurali economiche Roland (dovreste quindi ascoltare i file audio con le cuffie) una tecnologia sufficiente per riflettere sul senso di spazio, tempo e movimento
e su come sia in effetti possibile “suonare” un luogo e tutte le sorgenti sonore che vi accadono spostandosi continuamente ma con traiettorie regolari all’interno di esso.
Tutto questo equivale di fatto a montare le varie masse di suono costruendo progressivamente un racconto sonoro. Questa attività è avvenuta all’interno del workshop “Spettro Sonoro”.
Nel corso del workshop cerco ogni volta di armonizzare una componente tecnico/scientifica (che riguarda il comportamento di registratore audio e microfoni nei vari spazi) con quella esperienziale e “magica”, che è invece prodotta dal confronto tra ascolto, ricordo ed infine analisi e scoperta dei suoni registrati.
La prossima volta vi farò ascoltare che cos’è successo al maneggio di Aci S.Antonio.