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TRA SCIENZA E MAGIA

2.12 Moschea di Catania. Venerdì 17 febbraio. Ancora prima di azionare il registratore ho visto che l’Imam (che mi aveva dato il permesso di fare la registrazione) indossava un piccolo microfono lavallier sulla tonaca bianca. Buona parte della preghiera del venerdì pomeriggio (compreso il bellissimo canto) ha avuto un suono globale di qualità piuttosto scarsa, diffuso nella grande sala della Moschea da piccoli altoparlanti. Più interessanti i momenti in cui si i microfoni coglievano direttamente anche il fruscio dei vestiti di decine di persone che si genuflettevano e le parole delle preghiere.

 

 

Uscendo dalla sala tutti in fila, il suono delle monete lasciate cadere dentro 2 piccole casse di legno, le parole di ringraziamento di un addetto, brevi discorsi in diverse lingue ed il tramestio di ognuno alla ricerca delle proprie scarpe lasciate su 2 grandi mensole.

 

 

 

 

Anche in questo caso, ogni volta che il suono è dappertutto, la nostra percezione e partecipazione ad un evento (specie di questo tipo) è svuotata di senso.

 

I Radiodrammi o Film-acustici sono dei racconti sonori pensati e realizzati con lo scopo di generare immagini attraverso l’ascolto. Ecco “The dead rat”. Un software text-to-speech (Ghost Reader) ha trasformato un testo in una voce e quindi in un file audio. Usando opportunamente la punteggiatura, la voce impara temporaneamente l’intonazione da dare alle parole. L’arredamento viene da un brano di John Cage al pianoforte preparato. Preso in prestito da un suo cd. Molto semplice.

 

 

 

2.13 Il Luna Park è un luogo apparentemente poco interessante dal punto di vista sonoro. E invece no. Mi è capitato di andarci apposta un sabato intorno alle 19.30, quando c’erano ancora poche famiglie con bambini e sono rimasto stupito dalla ricchezza dei suoni delle grandi macchine che si mescolavano a gridi, parole e musiche diffuse da alcuni punti del Luna Park e dalle bancarelle vicine. Ascoltando e riascoltando la registrazione avevo addirittura la sensazione di una grande armonia (soprattutto quando giravo lentamente con le cuffie/microfoni attorno alle varie giostre) nonostante si trattasse di un ambiente molto rumoroso. Spesso quando ascoltiamo i suoni, il loro incastro sembra intrinsecamente, inesorabilmente armonico e perfetto. Credo che si tratti di una disposizione che esiste già nelle nostre orecchie e nel nostro cervello.

“Terrore #03. La morte di Rasputin” (che potete ascoltare quì sotto) è stato invece ottenuto montando assieme i suoni di un pollaio con quelli di un pianoforte a coda rotto. Ho suonato le corde, le parti in legno ed in metallo con chiodi lunghi e bacchette.

 

 

 

 

 

 

3.1    Nel 1961 Gualtiero Jacopetti e Franco Prosperi realizzano “Mondo Cane”, il primo dei Mondo-Movies (definiti dal critico Charles Kilgore “figli illegittimi del cinema d’antropologia e del Peep-Show”). E’ proprio nella parte sonora di ogni Mondo-Movie che troviamo una maggiore stratificazione di messaggi. Suono in presa diretta, motivetti orchestrali sono completati dalla voce fuori campo di un attore che recita un testo forbito ed ironico, più adatto ad essere letto che ascoltato.

Ogni volta che guardiamo uno di questi film è come essere riempiti di informazione, con la certezza che questa ridondanza indebolisca fortemente la nostra capacità di distinguere il vero dal falso e (nel caso degli spettatori che vedevano al Cinema questi film 50 anni fa) il morale dall’immorale.

Molto spesso è proprio la buona qualità cinematografica delle riprese ad indicare che queste sono state predisposte ed organizzate con cura. Guardare un Mondo-Movie è come guardare un film al Cinema mentre qualcuno ti dice all’orecchio che cosa stai guardando. In questi pseudo-documentari la scorrettezza morale dei contenuti (razzisti e sessisti) è perfettamente complementare al linguaggio cinematografico che ho descritto.

 

 

 

3.2    Il “contratto fizionale” è un contratto non scritto che un autore stipula con ogni spettatore, che vivrà il film all’interno di un’unica condizione intellettuale ed emotiva. Per questo motivo in fondo la gente va al cinema. Il contratto si interrompe sui titoli di coda e tutto torna come prima. Un elemento che può rompere il contratto fizionale è quando l’attore, in primo piano, guarda lo spettatore. In quel momento è il film che guarda noi. Per questo motivo lo “sguardo in camera” è un tabù.

Lo sguardo in camera della foto è di Peter Zinovieff, pioniere della musica elettronica e progettista dei primi sintetizzatori apparsi sul mercato.

 

 

 

 

Molto tempo fa ho visto su un canale televisivo polacco 2 o 3 film doppiati con un sistema molto curioso ed invasivo. Una voce polacca maschile faceva le voci di tutti i personaggi (maschili e femminili). L’effetto collaterale era particolarmente straniante. Seguivo il film (senza capirlo) ma non potevo fare a meno di percepire un signore di mezza età che dentro una piccola cabina leggeva tutti i dialoghi del film, è intento ad intonare 4 o 5 voci diverse.

 

3.3    La passeggiata sonora è un esercizio che ci consente di concentrarci sull’ascolto di un Paesaggio sonoro. Tempo fa davo per scontato che questa esperienza si dovesse automaticamente registrare. Oggi non ne sono più convinto (a parte qualche caso raro) in quanto anche questo atto tecnico ci distacca dalla nostra presenza in quel luogo, in quel momento.

Negli anni ’60 e ’70, mentre erano in viaggio, i nostri genitori scattavano poche istantanee in ogni luogo significativo.  Adesso ci rendiamo conto di come poche immagini “in posa” (a colori o in bianco e nero) possano raccontare veramente tanto di ogni momento vissuto. La situazione iniziò a peggiorare già 10/15 anni dopo, quando il mercato iniziò a generare più categorie di consumatori/utenti. Nascono gli “amatori” che scattavano tantissime fotografie pensando già a chi avrebbe dovuto vederle. Anche i diaporama erano basati su tantissime fotografie e su una presunzione di fondo e stavolta il mercato poteva indurre gli utenti ad acquistare proiettore, registratore audio per mandare un commento sonoro, il microfono per i commenti fuori campo dell’autore etc.

Alcuni adocchiavano una cinepresa 8mm o super8 (sul quale “inconscio tecnologico” si discute tuttora), in pochi sceglievano di acquistare un magnetofono per catturare suoni d’ambiente, scenette casalinghe ed altro ancora ma probabilmente ognuno di loro avvertiva in quell’atto qualcosa di intrinsecamente inspiegabile e magico. Nel periodo contemporaneo le tecnologie hanno favorito un distacco pressoché totale dagli eventi. C’è una certa difficoltà a vivere nel presente, quando le persone scattano tutte quelle foto sono già altrove.

 

 

 

3.4    Quanto c’è di scientifico o di magico nell’atto di registrare qualcosa? Il concetto di qualità si estende soltanto al livello tecnico delle attrezzature ed ai ragionamenti sul loro utilizzo corretto?

Personalmente credo che il rigore tecnico può avere un senso fin quando non inibisce o condiziona il naturale processo di scoperta attraverso i suoni. Uno degli eccessi è dovere preservare un sapere, un’ortodossia. Come fa la Chiesa insomma (…).

Il cosiddetto aspetto magico che intendo viene fornito dal confronto sempre instabile tra ascolto di un suono, registrazione, ascolto della registrazione del medesimo suono. Nel corso di ogni passaggio accade sempre qualcosa di non spiegabile o sorprendente, in una dimensione tra Scienza e percezione. In fondo è proprio per questo che mi piace ascoltare i suoni e registrarli.

 

Il senso di questo blog è quello di condividere pensieri, pensierini e scoperte con chi vorrà magari venire a Scuola FuoriNorma a trovarci.

Non dimenticate L’Archivio dei Suoni, un servizio pubblico che presto sarà pronto.

Se avete qualcosa da chiedermi o da raccontarmi scrivetemi a: scuolafuorinorma@gmail.com