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IL BUIO TRA LETTURA E ASCOLTO

COSA SUCCEDE TRA LETTURA/ASCOLTO

 

La distanza tra lettura e ascolto è una distanza infinita, soprattutto quando parliamo di Cinema e di Radiodrammi. Si crede in effetti che un testo scritto vada automaticamente bene anche per essere ascoltato. Non è così.

 

1-         Per questo motivo, quando Gualtiero Jacopetti (siamo nel 1961) progettò la formula narrativa di “Mondo Cane” scrisse testi molto forbiti ed arzigogolati per poi farli leggere a Stanis Nievo (un attore). Il risultato?

L’esperienza dei “Mondo movies” (che gli spettatori inizialmente videro soltanto al Cinema) è piuttosto manipolatoria proprio perché mentre guardiamo le immagini (con un montaggio veramente rapido per quei tempi), ascoltiamo: i suoni in presa diretta, i motivetti orchestrali ed infine la voce narrante con la voce impostata. In questo eccesso di informazione

la nostra capacità di analizzare la veridicità e soprattutto la qualità (moralmente molto bassa) del messaggio del film è veramente molto bassa.

In pratica è come essere al Cinema mentre un’entità ci sussurra all’orecchio cosa stiamo guardando e come dobbiamo farlo.

Un critico inglese definì i Mondo Movies “figli illegittimi del Peep-show e del Cinema d’Antropologia”

In “Mondo Cane” è veramente difficile capire come la manipolazione sia un effetto della struttura per poi completarsi attraverso immagini e sonoro.

Il cinema di propaganda aveva fatto la stessa cosa, in maniera più dichiaratamente autoritaria. Ma nessuno se lo ricorda più.

Stati Uniti, anni ‘60/70. Highway Safety Films, Sex Scare e Drug Scare Films erano format di cortometraggi educativi sulla sicurezza stradale, sul sesso precoce o non protetto                e contro le droghe, che mescolavano sapientemente (nel caso dei primi) tragiche immagini d’archivio con ricostruzioni fiction. Venivano proiettati -diciamo a tradimento- nei          drive-in, prima dei film commerciali. Cinema di propaganda con scusante pedagogica.

 

 

 

2-         Negli anni ’60 vennero lanciati sul mercato i dischi delle favole (anche in versione 45 giri per mangiadischi). Il fatto che si potesse delegare il rito del racconto della favola ad un supporto registrato non fu affatto visto male, soprattutto perché la componente emozionale del racconto (simile per struttura narrativa al “Radiodramma” classico, con voce narrante/dialoghi/musiche/rumori) era decisamente affascinante ed ha segnato molto di noi.

Che cosa succede, in poche parole, “dentro e prima” di noi? Rispetto alla lettura obbediamo ad un tempo di ascolto e ad una durata, non siamo più liberi di trasformare le parole coi nostri tempi, con la nostra unicità. C’è qualcuno (anche bravo) che lo sta facendo per noi. E giustamente paghiamo un prezzo in termini di esperienza.

Questo sistema ha riflessi anche più potenti nel Cinema (arte plastica per eccellenza, che organizza gerarchicamente immagini/suoni/testo recitato con un enorme grado di soggettività autoriale) rispetto ad esempio all’ atto di osservare un quadro.

 

Questo file audio dimostra come un improbabile fatto di cronaca (trovato per caso sul quotidiano ‘La Sicilia’) può diventare un racconto sonoro con aggiustamenti veramente minimi. Mancano i rumori che di solito drammatizzano la scrittura ma ci sono le musiche; alcune le ho fatte io mentre il tema orchestrale l’ho preso da qualche cd e poi manipolato. La mia voce non sembra troppo disgraziata perché ho letto il testo sussurrandolo…

 

Questo è l’indice di “Panorama dell’arte radiofonica”, di Enrico Rocca (ed.Bompiani, 1938). 

Illuminante già per comprendere come inizialmente questa forma espressiva venisse vista come un’estensione del Teatro.


Geografia dell’invisibile
Nascita dei generi radiofonici
Dal segnale al giornale radio
Radiocronaca e rassegna auditiva oggi e domani
Dalla conversazione al documento sceneggiato
Applicazioni della radiosintesi
L’arte varia della radio
La strada verso il radioteatro
Caratteristiche del radiodramma
I generi radioteatrali
Il radioteatro nei Paesi anglosassoni
Il radioteatro tedesco
Il radioteatro francese
Panorama del radioteatro italiano
Il radioteatro negli altri Paesi
Conclusioni nel radioteatro

 

3-         L’audio-libro è un dispositivo narrativo di successo perché si pone (esattamente ?) tra lettura ed ascolto, oltrepassando brillantemente (per chi li compra) il libro e la lettura.

Se contiene solo qualche suono e musica è ancora una “lettura ascoltata” (spesso d’autore), se la struttura suggerisce invece tempi e spazi e quindi una dimensione più immaginativa,      allora tende al film-senza-immagini, Radiodramma.

Il “Radiodramma” non è per niente un genere radiofonico, proprio perché è anch’essa un’arte plastica, che ha indotto storicamente scrittori, teatranti, musicisti,      autori di cinema, autori di televisione ad immaginare e realizzare rispettivamente –nel bene e nel male- opere sonore con una forte componente letteraria, teatrale, musicale, cinematografica o televisiva…