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DENTRO GLI STRUMENTI/1

SPETTRO SONORO

La rubrica “Spettro Sonoro” fu creata per discutere e analizzare scoperte e problematiche legate all’ascolto, alla registrazione dei suoni ed alle prospettive compositive offerte dal montaggio. Si è discusso anche sulle questioni tecniche (legate alla qualità di microfoni e registratori) sui differenti approcci alla materia (fatalmente sospesa tra scienza ed arte) e soprattutto sulla necessità (scrivo a livello personale) di sviluppare l’aspetto magico della dimensione narrativa sonora (anche per le sue possibilità visive latenti) soprattutto nelle          fasi di ascolto e registrazione.

Ho in mente uno spazio stimolante e forse utile per chi si suona o si interessa in vario modo all’universo sonoro. Ecco un nuovo argomento: Strumenti musicali (prodotti in serie ed auto-costruiti) e musiche possibili. Mi tengo apposta distante da competenti (ed a volte iniziatiche) analisi perlopiù tecniche che troviamo in abbondanza su internet: dalle lezioni di Maestro Enrico Cosimi  ai vari unboxing e dimostrazioni Youtube da parte di decine di utenti e tecnici di Korg, Roland, Arturia etc. e propongo qualcosa di radicalmente diverso. Che potrebbe incuriosire anche chi è interessato alla Sociologia, più che agli strumenti musicali.

Gli strumenti musicali che ho usato e che uso verranno analizzati a modo mio, cioè nella dimensione teorica e filosofica del loro progetto. Mi interessa riflettere sull’ampiezza o ristrettezza delle possibilità tecniche ed espressive, sul costo degli strumenti, dell’utente-tipo che le varie aziende hanno immaginato e naturalmente del “comportamento” degli strumenti stessi. Anche riflettere sull’interscambio uomo-macchina (come ci adeguiamo ad uno strumento/progetto mentre lo strumento si adegua alle nostre capacità sonore) mi sembra attuale e interessante.

Una rubrica del genere esiste già all’interno della rassegna mensile “Catabeat”, quì a Scuola FuoriNorma.

Bene, iniziamo con:

BASTL INSTRUMENT: MICROGRANNY 2.5

https://bastl-instruments.com/

 

 

Il Micro Granny è un campionatore granulare compatto e divertente costruito da Bastl Instruments, una giovane comunità/azienda di Brno nella Repubblica Ceca nata nel 2013 focalizzata su: sviluppo di strumenti elettronici, organizzazione di eventi e workshop didattici, abbigliamento etc. Dal 2016 Bastl collabora ai vari progetti con Peter Edwards di Casper Electronics, autorità nell’ambito dell’auto-costruzione di strumenti elettronici (troverete in rete alcuni suoi tutorial).

In effetti non so se esiste qualcosa del genere sul mercato, sicuramente non al costo di 200 euro.

 

Micro Granny ha la possibilità di leggere una scheda microSD contenente i campioni che l’utente vi carica, mandandoli in loop. E’ sufficiente generare files wav di non oltre 30 secondi    (è meglio) con determinate caratteristiche (22.050 hz e 16 bit) e MicroGranny, utilizzando 8 parametri diversi (sample rate/crush/attack/release/grain size/shift speed/start/end. Riassunti nelle 4 manopole) è in grado di scomporre i suoni originali ricostruendo con grande dettaglio una materia sonora instabile ma incredibilmente vitale e ricca di prospettive.  Sono rimasto molto colpito dalla maniera in cui questo processo di auto-cannibalismo trascende ogni idea classica di citazione, plunderfonia e plagio, creando situazioni reminiscenti, in un certo senso “polveri armoniche”. 20 secondi di un brano del primo disco dei Pink Floyd possono ad esempio essere effettivamente scolpiti e “suonati” e fino a diventare un brano di 3 minuti, rivelando proprietà sonore latenti. Riascoltando e considerando i miei cd mi sono reso conto del nonsenso dell’idea stessa di genere musicale quando abbiamo la possibilità di entrare dentro la materia del suono, con la certezza di distruggere e generare continuamente qualcosa. A questo punto musica classica, Opera, Folk, New Wave, vecchie canzoni francesi, New Age etc diventano materia  interessante allo scopo…

Segue un primo esempio:

 

 

Secondo esempio:

 

 

Terzo esempio: Il disordine offerto dal Micro Granny è particolarmente interessante se associato alle strutture ritmiche delle batterie elettroniche. Quì ho utilizzato il Micro Granny con la drummachine Rhythm Wolf (Akai).

 

 

 

Quarto esempio: il MicroGranny suona il frammento di un coro dei monaci del Monte Athos.  La struttura ritmica è della drummachine Unodrum (IK Multimedia).

 

 

MicroGranny 2.5 ha un ingresso midi ed un piccolo microfono incorporato, è inoltre modificabile in quanto basato su Arduino.  Vi consiglio di usare microSD Sandisk Ultra,Trascend, Kingleen (sembra che non rilevi le Kingston). Micro Granny è distribuito da Gear4 music, musicstore.de ed altri. E’ stato adesso prodotto con nuovo design ed è decisamente un’ ottimo investimento per chi è interessato alla sperimentazione più che al noise in sé stesso.

 

 

 

 

SISMO: ITER

https://vimeo.com/sismosynths

 

My first thought wasn’t necessarily about the sound quality or the features, but that the Iter might be ideal for introducing children to synthesis. Even compared to other cheap synths like the Korg Volca Bass or the Modal Electronics Skulpt, the Iter is appealing and intuitive in a way that would appeal to curious young minds. Without knowing a thing about what’s going on inside or what any of the knobs do, you can easily coax mad ambient sounds and atonal riffs out of it. You can hear the effect of turning any knob almost immediately, encouraging you to explore further and find out what happens. The results could be a gnarly drone loop or a watered-down take on the worst kind of YouTube synth noodling, but even the least experienced musicians will at least be able to get something out of it.        (…)                                                                                                                                                                                Sismo’s instruments are unusual, but it’s not hard to see why they appeal to a certain kind of person. If you want a conventional synth or sequencer, look elsewhere (…) the Iter is a fascinating little curiosity. Very much a niche offering, but if you’re looking for a cheap and effective way to inject a little bit of drone chaos into your studio proceedings it certainly fits the bill.

 

 

 

Introduzione piuttosto generosa al Sismo Iter da parte di Greg Scarth (Juno Reviews). Ho rispetto per le piccole aziende operanti nel settore della musica elettronica (Sismo è un marchio portoghese) conservo le mie perplessità circa questo piccolo sintetizzatore monofonico dotato di sequencer e 2 oscillatori. Scrivono che  sarebbe “lo strumento perfetto quando hai bisogno di aggiungere calore, potenti rumori ambientali, ritmo e carattere ai tuoi suoni” ma dopo alcune ore passate in sua compagnia ho tratto alcune conclusioni sconsolate;mi sembra più adatto alle scoperte di un bambino. Seguono lo schema operativo dello strumento ed alcuni esempi sonori.

 

 

Esempio 1: Esplorazione dei suoni dell’Iter.

 

Esempio 2: I suoni dell’Iter associati a quelli della drummachine Unodrum. Le perplessità restano tutte.

Iter costa 82/99 euro, non è tantissimo ma ritengo molto più interessante, per una cifra di poco superiore un piccolo synth 8 bit chiamato “Algorhythm”, prodotto dagli inglesi di ResonanceCircuits (vedi sotto) oppure vari strumentini e giocattoli modificati col circuit-bending, limitati ma imprevedibili.

 

 

RESONANCE CIRCUITS: ALGORYTHM 8BIT SYNTHESIZER

https://www.resonancecircuits.com/

Esempio 1: Lo strumento al naturale. Un generatore di suoni aggressivi ed organici, senza mezze misure. E’ piuttosto limitato e semplice, tuttavia proprio questo invita il musicista ad immergersi sempre più nel flusso incessante del suono per cercare e trovare. Viene così descritto dai suoi costruttori: An algorithmic based sound generator capable of random glitch sequencers, chiptune sounds, 8bit rhythms, dense electro leads and harsh synth tones.

 

 

 

Esempio 2: Lo strumento collegato ad un delay. Indubbiamente il confine tra le 2 macchine tende a scomparire ed il disordine suggerisce nuove possibilità …

 

 

 

 

Immagine di Zoltan Fazekas. Grazie ed arrivederci.