UN LUOGO CHE NON ESISTE
L’idea che sta dietro “l’invenzione” e la pratica di questa tecnica di registrazione deriva dall’impossibilità (e forse anche dall’inutilità) di restituire all’ambiente la sua stessa registrazione (ciò che gli è stato sottratto tecnicamente) e dalla ricerca di un bilanciamento interessante tra arte e scienza, artificiale e naturale etc.
Tra l’ascolto umano (tridimensionale a nostra insaputa) olofonia e binaurale, quadrifonia e le registrazioni “monoaurali” (che possiamo ottenere con i normali microfoni) esistono zone grigie che possono rendere sorprendente il confronto tra la cosiddetta realtà tecnico/scientifica dei suoni ed il loro doppio, il significato dal punto di vista percettivo. Questa pratica consente un’esperienza inedita di immersione nel suono che viene pienamente restituita dalla registrazione e dall’ascolto.
2 registratori audio uguali, con i loro microfoni incorporati, configurati nella stessa maniera, vengono posizionati l’uno di fronte all’altro, ad una distanza che decideremo: quell’area più o meno estesa sarà il luogo in cui può essere realizzato il paradosso di una simmetria asimmetrica.
Soltanto nella fase di editing verrà completato questo spazio artificiale, in cui 2 coppie di canali destro e sinistro si sovrappongono. Decideremo infatti la percentuale di presenza di ognuno dei canali per rappresentare lo spazio. Ad esempio:
registratore 1: canale sinistro 0db e canale destro -9db
registratore 2: canale sinistro -9db e canale destro 0 db.
ECCO ALCUNI ESEMPI SONORI (convertiti in mp3). E’ CONSIGLIABILE UTILIZZARE UNA CUFFIA PER L’ASCOLTO.
Il brano che segue è stato realizzato usando registrazioni effettuate all’interno di un grande tubo metallico (ha suppergiù una sezione di 2 metri e si trova esattamente di fronte allo spazio espositivo Zac, all’interno dei Cantieri Culturali alla Zisa) per la materia “Tecniche audiovisive per il web” (Accademia di Belle Arti di Palermo).
Ecco il risultato di altre registrazioni, sempre nello stesso luogo.
Cosa succede esattamente? Ogni evento che è accaduto o fatto accadere all’interno di quest’area è stato registrato da 2 canali destri e 2 canali sinistri. Attraverso il montaggio dei 4 canali i suoni sembreranno “esistere” contemporaneamente a destra ed a sinistra, avanti e indietro, in punti diversi dello spazio.
L’effetto di “dissonanza” è più o meno evidente a secondo dell’estensione dell’area coperta dai microfoni e soprattutto se alcune le sorgenti sonore hanno attraversato lo spazio dietro, davanti e tra i microfoni.
Non so se sia corretto definire questa tecnica di registrazione come il corrispettivo sonoro delle “figure impossibili” (vedi le immagini).
Istituto tecnico Archimede di Catania: workshop sul Paesaggio Sonoro voluto e coordinato dalla Prof Chiara Fragalà e dalla Prof Rachele Longo (Ist. Galileo Galilei), ho scelto 4 varianti realizzate dagli studenti Daniele Materia, Luca Sciuto, Nicolò Cambria e Silvia Papandrea che hanno usato le medesime registrazioni “gemelle”. Il risultato mi sembra particolarmente interessante in quanto l’area rappresentata era piuttosto ampia e numerose le sorgenti sonore nello spazio, tanto che ogni montaggio ha generato composizioni piuttosto diverse tra loro. Luogo: interno dell’Orto Botanico di Catania.
Ho poi provato a registrare in casa alcuni strumenti musicali con lo stesso procedimento. Ecco nell’ordine una bass steel autocostruita (da Delfo Catania, musicista di Lentini). In ognuna di queste registrazioni l’area acustica predisposta è abbastanza limitata.
Una chitarra classica suonata con l’archetto del violoncello ed oggetti in legno e metallo
Violoncello e poi ancora il salterio (costruito sempre da Delfo Catania)
Infine, suoni prodotti da vari oggetti su una lastra di metallo.
E la macchina per scrivere meccanica Olivetti (che ho invece registrato in altre occasioni con 2 microfoni a contatto).
Ultimo esempio: Siamo a Pantalica (Sortino, provincia di Siracusa) un gruppo di persone attraversa una galleria ferroviaria non più attiva, costruita in roccia e cemento. In questa registrazione è più chiaro che ogni fonte sonora -appunto perché in movimento) è localizzata nell’ascolto sia a destra che a sinistra, sia in avvicinamento che in allontanamento, provocando una strana sovrapposizione “dissociazione”.
Bene, si tratta di una pratica basata sulla ridondanza di informazioni sonore e sull’ambiguità. Non ha alcuna validità scientifica ma, essendo in grado di confondere la nostra percezione dello spazio e del tempo può fornire alcune spiegazioni sul funzionamento del cervello e dell’ascolto, dell’idea di naturale e artificiale e naturalmente della non esistenza di una “realtà” (acustica) oggettiva.